Dopo due edizioni con il titolo di Poemetti, uscite nel 1897 e nel 1900, Pascoli ripubblicò la raccolta nel 1904 col titolo Primi poemetti, escludendo i testi di argomento civile e politico che confluiranno in Odi e Inni. Il libro reca il motto virgiliano Paulo maiora (per indicare un canto di tono “un po’ più alto” rispetto a Myricae), ed è diviso in quattro sezioni delle quali la prima e la terza sono una sorta di poema georgico, in cui le vicende di una famiglia di contadini si accompagnano al susseguirsi delle opere agricole; mentre la seconda e la quarta hanno un carattere allegorico. È Pascoli stesso a definire i Poemetti “ più raccontativi che lirici”: con essi, infatti, inaugura il genere nuovo del racconto in versi, che avrà largo successo nella poesia italiana da Gozzano a Pasolini. Nei Poemetti Pascoli usa spesso il dialetto e il gergo parlato dai contadini, per calare nella realtà quotidiana una riflessione universale sul senso dell’esistenza. Tema centrale della riflessione del poeta è la natura che, secondo il modello virgiliano e oraziano, diventa l’unico elemento consolatorio di fronte al dolore e all’infelicità dell’uomo.

Testo di riferimento: G. Pascoli, Poesie, Milano, Mondadori, 1967.