Operetta pubblicata nel 1606, rielaborazione della leggenda medievale Dialogus Salomonis et Marcolphi. L’autore ambienta la storia a Verona, alla corte del re longobardo Alboino, dove giunge il villano Bertoldo, di corpo deforme ma di spirito arguto. Il re lo ospita, colpito dal suo linguaggio energico e plebeo, col quale fustiga i potenti, rivendicando la dignità del contadino umiliato da secoli di schiavitù. Non abituato al cibo delicato della corte, Bertoldo alla fine muore per non aver più mangiato «rape e fagiuoli». Il racconto mette a confronto due mondi diversi e opposti, con uno stile immaginoso, barocco, che però ha radici schiettamente popolari.

Testo di riferimento: G. C. Croce, Bertoldo e Bertoldino, a cura di P. Camporesi, Torino, Einaudi, 1978.