Scritto nel 1757 per l’Accademia dei Trasformati, fu pubblicato postumo nel 1803. Un nobile e un poeta, dopo la morte, finiscono nella stessa tomba. Il primo pretende dal secondo lo stesso ossequio di cui godeva in vita, sostenendo la superiorità “eterna” della propria classe sociale; ma il poeta smonta e ridicolizza i suoi argomenti. La polemica antinobiliare, di matrice illuministica, rimanda al primato dell’uguaglianza naturale; l’invenzione narrativa guarda ai dialoghi di Luciano e a quelli cinquecenteschi di Doni e Gelli.

Testo di riferimento: G. Parini, Poesie minori e prose, a cura di G. M. Zuradelli, Torino, UTET, 1965.