Dopo la prima redazione, Parini modificò l’intero progetto: suddivise l’opera in quattro poemetti, con la scissione della Sera in Il Vespro e La Notte, rimasti entrambi frammentari; corresse e ampliò Il Mattino e Il Mezzogiorno, che s’intitolò Il Meriggio. La nuova redazione, giunta manoscritta, fu riorganizzata arbitrariamente insieme con la prima da un discepolo del poeta, Francesco Reina, che pubblicò i testi nel 1801 col titolo complessivo Il Giorno, ricavato da indicazioni dell’autore. Il Vespro si apre con la passeggiata in carrozza che precedentemente chiudeva Il Mezzogiorno; il frammento che segue è incentrato sulla degradazione dell’amicizia nei riti della nobiltà. Più importante La Notte, costruita sull’opposizione delle tenebre naturali alle luci artificiali dei salotti brulicanti di ridicole marionette. Il poeta sosta nelle anticamere, rinunciando alla sua funzione di precettore. All’ironia sferzante si sostituisce una rassegnazione malinconica, trattenuta nelle linee quiete e morbide di una raffinata arte neoclassica.

Testo di riferimento: G. Parini, Il Giorno, a cura di D. Isella, Milano-Napoli, Ricciardi, 1969.