Il ricordo di Isabella di Morra, figlia del barone di Favale, località della Basilicata nella Valle del Sinni, è legato, oltre che a un ristretto numero di rime pubblicate dopo la morte in antologie poetiche rinascimentali, alla tragedia della sua esistenza. Infatti Isabella fu pugnalata a morte dai fratelli nel 1546, a soli ventisei anni d’età, per una supposta passione amorosa che l’avrebbe legata a Diego Sandoval de Castro, poeta spagnolo che amministrava un feudo vicino. Le rime di Isabella, assenti i temi amorosi, hanno in genere contenuto autobiografico. Le tematiche prevalenti (le lamentazioni contro la fortuna, il senso della solitudine e dell’oppressione) selezionano, accanto all’ineliminabile modello petrarchesco, anche quelli di Dante e Sannazaro.

Testo di riferimento: Isabella di Morra, Rime, a cura di M. A. Grignani, «Rivista di Letteratura italiana», II, 3 (1984), pp. 529-554.