Noto anche con lo pseudonimo di Quinto Settano, il Sergardi, che visse a Roma come funzionario pontificio, pubblicò per la prima volta le sue satire nel 1694. Bersagli polemici sono la società romana del tempo e soprattutto Gian Vincenzo Gravina, fondatore e legislatore dell’Arcadia, adombrato dal Sergardi sotto il nome di Filodemo. L’indignazione dell’autore ha sempre una motivazione moralistica: la censura dei vizi. Ma il discorso non si organizza mai con procedimenti narrativi: procede per salti, scatti, inversioni logiche, in uno stile spesso oscuro, tra rozzezze, oscenità, invettive e maldicenze. Sergardi, che era nato a Siena nel 1660, morì a Spoleto nel 1726.

Testo di riferimento: L. Sergardi, Le Satire, a cura di A. Quondam, Ravenna, Longo Editore, 1976.