Dramma in tre atti messo in scena per la prima volta nel 1917, tratto dalla novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero (1917, poi inclusa nella raccolta Una giornata). Dopo un terremoto catastrofico, la signora Frola e suo genero, il signor Ponza, si stabiliscono in una città diversa dalla loro, e lì diventano un enigma per i loro nuovi concittadini: l’uno presenta la suocera come una pazza che non vuole rassegnarsi alla perdita d’ella figlia, l’altra presenta il genero come un violento stravolto dalla gelosia, che tiene la moglie segregata in casa. Tutti i tentativi di trovare riscontri oggettivi alle affermazioni dell’una o dell’altro, ricorrendo alla moglie di Ponza, non hanno esito, in quanto la donna si rifiuta di risolvere l’enigma della sua identità, dando ragione allo scetticismo di uno dei personaggi, Laudisi. È uno dei testi più tipicamente pirandelliani, al cui centro è posto esplicitamente il tema della sostanziale inconoscibilità del reale.

Testo di riferimento: L. Pirandello, Maschere nude, a cura di A. d’Amico, I, Milano, Mondadori, 1986.