Commedia in prosa, con prologo e brevi intermezzi in versi, scritta tra il 1518 e i primi mesi del 1520. È la storia dello sciocco messer Nicia, che, pur di avere un figlio, si lascia gabbare dal giovane Callimaco, il quale, innamorato della bella moglie di lui, Lucrezia, riesce proprio con l’aiuto del marito a ottenerne l’amore. La storia, di tipo boccaccesco, è ricca di spunti plautini e terenziani (poco prima Machiavelli aveva tradotto l’Andria di Terenzio). L’attenzione al carattere dei personaggi dà a questa commedia, forse la più bella del nostro teatro comico, un’impronta morale sconosciuta alle altre commedie rinascimentali.

Testo di riferimento: N. Machiavelli, Tutte le opere, a cura di M. Martelli, Firenze, Sansoni, 1971.