La Sferza del Lando, pubblicata nel 1550, è opera di riflessione sulla cultura e sui libri, condotta nello stile del pamphlet e con la tecnica del paradosso. In anni in cui la crescita della produzione libraria aveva messo in circolazione una quantità di libri inimmaginabile solo cinquant’anni prima e cominciava a farsi viva, di conseguenza, la necessità di una catalogazione degli strumenti del sapere, il Lando (come del resto Anton Francesco Doni e altri) procede a una ricognizione totale del patrimonio culturale trasmesso dai libri, sostenendo paradossalmente la loro inutilità (anche di quelli degli scrittori sommi, fondativi della tradizione rinascimentale). Salvo ritrattare nella seconda parte con una sorta di palinodia in cui i meriti dei grandi autori risaltano in tutta evidenza. Quello che in conclusione lo scrittore sembra suggerire è la necessità di uno sfoltimento, nel senso della qualità, della selva libraria.

Testo di riferimento: O. Lando, La sferza de’ scrittori antichi e moderni, a cura di P. Procaccioli, Roma, Beniamino Vignola Editore, 1995.