Per l’abile svolgimento dell’intreccio e per l’altezza del linguaggio L’Olimpiade costituisce uno dei risultati migliori della produzione librettistica metastasiana. Su un soggetto derivato originariamente da Erodoto e Pausania, al centro del dramma è la figura di Aristea, figlia del re di Sicione, che viene promessa in sposa al vincitore dei giochi olimpici, nonostante ami riamata Megacle e alla sua mano aspiri invece Licida. L’intreccio dà luogo a una lunga serie di peripezie, ostacoli e difficoltà, sino al lieto fine conclusivo. Rappresentato per la prima volta alla corte di Vienna il 28 agosto 1733, con musica di Antonio Caldara, il testo di Metastasio venne musicato in seguito da numerosi musicisti, tra cui Vivaldi, Pergolesi, Cimarosa e Paisiello.

Testo di riferimento: P. Metastasio, Opere, a cura di M. Fubini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1968.