Prima rappresentazione a Roma, al teatro Apollo, il 19 gennaio 1853. Il libretto – tratto dal dramma popolare El trovador di Antonio Garcia Gutiérrez – fu scritto da Salvatore Cammarano, che morì prima di completarlo. Seconda opera della “trilogia popolare” (con Rigoletto e Traviata), ha potenti caratterizzazioni nei personaggi di Manrico, il trovatore, di Leonora, principessa d’Aragona, e della zingara Azucena, supposta madre di Manrico. La vicenda, che si svolge nella Spagna del ‘400, ruota attorno alla vendetta di Azucena contro il conte di Luna, che aveva condannato al rogo sua madre. Del trovatore è innamorata Leonora che si chiude in un chiostro, per sfuggire al matrimonio con il conte. Questi tenta di rapirla; Manrico, che è intervenuto per salvarla, viene arrestato e condannato a morte. In carcere lo raggiungerà Leonora che, avvelenatasi, spirerà tra le sue braccia. Azucena, anche lei imprigionata, mentre assiste alla decapitazione del trovatore rivela il suo segreto: aveva rapito il figlio del conte per ucciderlo, ma, accecata dalle fiamme del rogo, aveva gettato nel fuoco il proprio figlio. Il conte di Luna ha perciò giustiziato suo fratello.

Testo di riferimento: Tutti i libretti di Verdi, a cura di L. Baldacci e G. Negri, Milano, Garzanti, 1984. I libretti per le opere di Giuseppe Verdi