Nel 1584 il letterato Camillo Pellegrino scrisse un dialogo (Il Carrafa overo dell’epica poesia) in cui tesseva lodi altissime della Gerusalemme liberata del Tasso, poema che veniva anteposto all’Orlando furioso dell’Ariosto. In contrasto con le opinioni del Pellegrino i soci della Crusca fiorentina, cioè Lionardo Salviati e altri, presero le difese dell’Ariosto, dichiarando di anteporre all’Amadigi di Bernardo Tasso e alla Liberata del figlio Torquato non solo il Furioso, ma anche il Morgante di Pulci, l’Innamorato del Boiardo e l’Avarchide di Alamanni. Torquato, che era allora rinchiuso nella prigione di Sant’Anna, decise di rispondere, componendo in pochi giorni, tra il marzo e l’aprile del 1585, l’Apologia in difesa della Gerusalemme liberata. Ebbe origine in questo modo la polemica tra ariostisti e tassiani, che fu una delle più fitte e convulse dell’intero Cinquecento.

Testo di riferimento: T. Tasso, Prose, a cura di E. Mazzali, Milano-Napoli, Ricciardi, 1959.