Poema epico-cavalleresco in venti canti, la cui stesura Torquato Tasso ultimò nel 1575, dandogli il titolo provvisorio di Goffredo. Ne stava ancora curando la revisione quando, fra il 1579 ed il 1581, ne furono pubblicate due edizioni parziali e quattro complete, di cui una, a cura di Angelo Ingegneri, col titolo di Gerusalemme liberata. Ma nessuna di queste edizioni, e delle numerose altre che seguirono negli anni successivi, fu riconosciuta dal Tasso, che proseguiva il suo lavoro di revisione, prestando orecchio alle critiche di ordine letterario e moralistico rivoltegli da revisori da lui stesso interpellati. La prima edizione da lui approvata uscì con il titolo di Gerusalemme conquistata nel 1593. Quest’ultimo testo è assai mutato rispetto a quello della Liberata, la quale è considerata comunque il capolavoro del Tasso ed è la redazione che ebbe maggior successo e circolazione nelle età successive. L’intreccio del poema, in cui hanno parte anche personaggi storici (come il capo dei crociati, Goffredo di Buglione), è ambientato all’epoca della prima crociata (1099) e narra della liberazione di Gerusalemme da parte degli eserciti cristiani, nonostante i pericoli da essi corsi e la strenua resistenza dei saraceni. Con le vicende di guerra si intrecciano quelle di personaggi come Tancredi, combattente cristiano innamorato della saracena Clorinda (da lui uccisa inconsapevolmente in duello), la maga Armida (che seduce i guerrieri cristiani e li tiene lontani dal campo di battaglia), Rinaldo (il guerriero cristiano che, dopo aver ceduto alle lusinghe di Armida, riesce a liberarsene e a dare un contributo decisivo alla felice riuscita della guerra). La scena finale è quella della sconfitta in battaglia dell’esercito saraceno.

Testo di riferimento: T. Tasso, Gerusalemme liberata, a cura di L. Caretti, Milano, Mondadori, 1988.