Gli Intrichi d’Amore furono rappresentati la prima volta nel palazzo Farnese di Caprarola nel 1598 sotto il nome del Tasso, che era morto tre anni prima. Questa attribuzione fu contestata vivacemente nel 1621 da Giambattista Manso, amico e biografo del Tasso, e sull’argomento la critica non è giunta tuttora a un’opinione unanime. C’è anche chi propone di riconoscere gli Intrichi come opera del commediografo romano Cristoforo Castelletti. La commedia presenta le caratteristiche proprie delle commedie tardo-rinascimentali, con una complicazione manieristica dell’intreccio.

Testo di riferimento: T. Tasso, Intrichi d’amore, a cura di E. Malato, Roma, Salerno Editrice, 1976.