Tragedia scritta dal Monti nel soggiorno a Parigi del 1799-1800, e messa in scena per la prima volta a Milano nel 1802 (in un periodo, cioè, in cui l’autore sosteneva esplicitamente il regime napoleonico). L’argomento, tratto dalla storia antica, è costituito dalle vicende del tribuno Caio Gracco, eroe romano della libertà, che soccombe ai complotti del suo avversario Opimio ed è costretto al suicidio. Hanno una parte importante nell’azione anche la madre di Gracco, Cornelia, e la moglie Licinia. La tragedia ha toni moderati, quindi è aliena sia da nostalgie per l’Ancien régime sia da eccessi giacobini.

Testo di riferimento: V. Monti, Opere, a cura di M. Valgimigli e C. Muscetta, Milano-Napoli, Ricciardi, 1953.