Tragedia di Vittorio Alfieri, ideata nel 1776, messa in scena nel 1782, pubblicata per la prima volta nel 1783 e rielaborata fino al 1789. La storia di Antigone aveva già fornito la materia, fra l’altro, a una tragedia di Sofocle (441 a.C.) e, in tempi più prossimi ad Alfieri, a una del francese Jean de Routrou (1638). La storia rientra nel ciclo tebano e costituisce la continuazione della vicenda di Eteocle e Polinice (svolta nell’altra tragedia alfieriana Polinice), i due fratelli che, nella contesa per il trono di Tebe, si erano dati reciprocamente la morte. La loro sorella Antigone, nonostante i divieti del nuovo re Creonte, decide di dar loro onorata sepoltura; per questo è vittima dell’ira di lui, che la fa mettere a morte, e a nulla vale il tentativo di salvarla messo in atto da Emone, figlio dello stesso Creonte, innamorato di lei.

Testo di riferimento: V. Alfieri, Tragedie, a cura di L. Toschi, I, Firenze, Sansoni, 1985.