Tragedia di Vittorio Alfieri, ideata nel 1786, pubblicata per la prima volta nel 1789. Dedicata «Al popolo italiano futuro», è l’ultima tragedia scritta dall’autore; la sua fonte è da rintracciare nelle Vite di Plutarco, anche se ad Alfieri dovevano essere noti altri drammi sull’argomento, dal Giulio Cesare di Shakespeare a La morte di Cesare (1735) di Voltaire. Bruto, dopo aver invano cercato di convincere Cesare a restaurare le libertà repubblicane rinunciando al proprio potere assoluto, si unisce ai congiurati e partecipa alla sua uccisione, nonostante l’ammirazione e l’affetto nutriti nei suoi confronti. Il conflitto interiore di Bruto è reso ancor più drammatico dal fatto di esser venuto a sapere che Cesare è suo padre.

Testo di riferimento: V. Alfieri, Tragedie, a cura di L. Toschi, Firenze, Sansoni, 1985.