Tragedia di Vittorio Alfieri, ideata nel 1786, pubblicata per la prima volta nel 1789. Insieme al Saul, è considerata il vertice della produzione tragica alfieriana. L’argomento fu suggerito dalla lettura delle Metamorfosi di Ovidio. La giovane Mirra arde d’amore incestuoso per il padre Ciniro, e, nonostante cerchi di resistere a tale terribile sentimento, non riesce a nasconderlo ai suoi familiari, che ne restano inorriditi. Per sottrarsi a questo amore, che lei stessa vive con un profondo senso di colpa, non le resta che il suicidio. La figura di Mirra, vittima di un sentimento a cui è incapace di sottrarsi, domina l’intera tragedia ed è probabilmente il personaggio più riuscito di tutto il teatro alfieriano.

Testo di riferimento: V. Alfieri, Tragedie, a cura di L. Toschi, III, Firenze, Sansoni, 1985.