Tragedia di Vittorio Alfieri, ideata nel 1777, pubblicata per la prima volta nel 1783 e rielaborata fino al 1789. Insieme al Timoleone e alla Congiura de’ Pazzi è una delle tre tragedie che Alfieri stesso definì «della libertà». L’argomento è tratto dalla biografia di Timoleone di Plutarco: Timofane, che governa la città di Corinto con metodi tirannici, viene rimproverato dal fratello Timoleone, il quale vorrebbe ridare la libertà alla città; Timofane riesce dapprima a sventare una congiura di Timoleone, ma poi viene ferito a morte dai congiurati e muore pronunciando nobili parole di perdono. In questa tragedia, contrariamente a quanto avviene spesso in Alfieri, non vengono contrapposti un personaggio positivo e uno negativo, ma – come osservò Melchiorre Cesarotti – essa a un tempo presenta come «ammirabile» il tirannicida e rende «amabile» la figura del tiranno.

Testo di riferimento: V. Alfieri, Tragedie, a cura di L. Toschi, II, Firenze, Sansoni, 1985.