Anche la parola madre ha subito alcune variazioni di significato, figlie dei motamenti sociali.

Lo scrittore Marco Balzano le ha riassunte in queste righe per noi:

 

In tutte le lingue indoeuropee la parola per dire madre ha la stessa radice. Il suo corrispondente infantile, mamma, che nasce per onomatopea riproducendo la lallazione del bambino, è pressoché identico in ogni lingua del mondo. Madre è a un tempo sia chi genera e partorisce un figlio, sia chi se ne prende cura. Ma esistono delle eccezioni: ci sono donne che partoriscono ma non amano i propri figli (madri snaturate) o non dovranno crescerli (madri surrogate), così come ci sono madri adottive che amano come un figlio qualcuno che biologicamente non lo è. Anche la medicina, però, ha saputo aprire nuove strade alla maternità: la prima fecondazione in vitro avvenne nel 1978, sebbene il dizionario dia conto delle madri biologiche solo vent’anni più tardi. Siamo di fronte a una parola così primordiale e ampia che assume molti sensi figurati, prima di tutto quelli che indicano la “causa”, il “principio”, la “provenienza”, l’“origine”: madre natura, madre patria, madrelingua.