quìnci //
[lat. parl. *(ĕc)cu(m) hĭnce ‘ecco di qui’ 1261 ca.]
A avv.
1 †Da questo luogo (come compl. di moto da luogo e di moto attraverso luogo): quinci non passa mai anima buona (DANTE Inf. III, 127); se io quinci esco vivo (G. BOCCACCIO).
2 †Poi (con valore temp.): quinci rivolse in ver’ lo cielo il viso (DANTE Par. I, 142) | Da quinci innanzi, d’ora in poi: a qualunque della proposta novella da quinci innanzi novellerò (G. BOCCACCIO) | Da quinci addietro, finora: poco impaccio m’ha dato da quinci addietro (F. SACCHETTI).
3 (fig.) †Da ciò, in seguito a ciò: quinci si può veder come si fonda / l’essere beato ne l’atto che vede (DANTE Par. XXVIII, 109-110).
4 (lett.) Di qua, da una parte (in correl. con ‘quindi’): un fiato / di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi (DANTE Purg. XI, 100-101); quinci spunta per l’aria un vessillo, / quindi un altro s’avanza spiegato (A. MANZONI).
B in funzione di s. m. inv.
(lett., scherz.) Solo nelle loc. parlare in quinci e quindi, stare sul quinci e sul quindi, parlare o comportarsi con affettazione e sussiego.

squìnci //
[da quinci, con s- av. 1793]
s. m. inv.
(scherz., disus.) Nelle loc. parlare in quinci e squinci, in squinci e squindi, in squinci e linci, in modo affettato e pedante | Senza tanti squinci e squindi, senza inutili parole e complimenti, semplicemente: vieni al sodo, senza tanti squinci e squindi.