– di Francesca Caminoli *

Quando ero bambina avevo molti sogni ambiziosi: diventare un medico alla dottor Schweitzer o Madame Curie, campionessa olimpionica di sci, attrice-ballerina, scrittrice. Ho invece fatto per molti anni la giornalista a Milano in quotidiani e periodici poi, a 34 anni, quasi da un giorno all’altro, ho mollato tutto e, con la mia famiglia, sono andata a vivere nella campagna lucchese. Il mestiere stava già allora profondamente cambiando, la notizia cominciava a non stare più al centro dell’informazione, ero amareggiata, delusa, ma, soprattutto, volevo far crescere i miei figli tra il verde, il vento, gli animali e non farli più passeggiare sui marciapiedi di una città grigia, che stava perdendo la sua antica anima, schivando ogni due metri cacche di cani. Per molti anni ho cucinato zuppe e lasagne, piantato pomodori e zucchini, colto olive, fatto marmellate e certo, per sopravvivere, continuato anche a fare vari mestieri, più o meno collegati allo scrivere.

Un giorno venni a sapere che Julio Monteiro Martins, uno scrittore brasiliano, avrebbe tenuto a Lucca un laboratorio di scrittura. Era il 1996, avevo 48 anni. Fuori tempo massimo per realizzare i miei sogni di bambina però, forse, avrei ancora potuto diventare scrittrice. Mi iscrissi. Eravamo una quindicina di persone, di varie età. Ci ritrovavamo in una stanzetta di una libreria. Julio, con il suo morbido accento carioca, ci incantava parlando di Guimarães Rosa e di Jung, di Petrarca e di desaparecidos, ci portava per mano dentro i segreti del personaggio, della trama, del dialogo, ci faceva scrivere, ci consigliava, ci ripuliva. Noi imparavamo e ci divertivamo.

Non so se fu per quello. So che nel 1999 pubblicai il mio primo libro, Il giorno di Bajram, con Jaca Book. E poi altri tre: La neve di Ahmed nel 2003, Viaggio in requiem nel 2010 e La guerra di Boubacar nel 2011, tutti con la stessa casa editrice e tutti, nel loro piccolo, con critiche più che incoraggianti.

Credo che fu per quello.

© Francesca Caminoli *


Francesca Caminoli (Lecco, 1948) è giornalista professionista e ha lavorato a Milano in quotidiani e periodici fino al 1982, anno in cui si è trasferita a vivere a Lucca. Qui ha fatto diversi lavori: traduzioni, uffici stampa, testi per depliant di aziende e, sporadicamente, ancora qualche articolo per i giornali.
Negli ultimi anni ha ripreso in modo diverso la professione, facendo un giornale in Nicaragua con i ragazzi di strada del progetto Los Quinchos, con cui collabora.