rifugiato / profugo
rifugiato / profugo /
La parola di oggi è: rifugiato / profugo
ri–fu–gia–to
rifugiàto 🔊 / rifuˈdʒato /
rifugiàto 🔊 / rifuˈdʒato /
A
part. pass. di rifugiarsi ; anche agg.
❖ nei sign. del v.
❖ che ha trovato rifugio: persone rifugiate in cantina
❖ che ha trovato rifugio: persone rifugiate in cantina
B
s. m. (f. -a)
❖ individuo costretto a espatriare per ragioni politiche (guerra, persecuzioni), economiche (povertà, disoccupazione) o di sopravvivenza (siccità, carestie), che ha trovato rifugio in un altro Paese
Sin. esule, fuoriuscito Cfr. profugo
Sin. esule, fuoriuscito Cfr. profugo
pro–fu–go
pròfugo 🔊 / ˈprɔfuɡo /
[ vc. dotta, lat. prŏfugu(m), da profŭgere ‘fuggire via’ (propr. ‘fuggire avanti’), comp. di prō ‘avanti’ (V. ) e fŭgere ‘fuggire’ ☼ sec. XIV ]
agg. e s. m. (f. -a; pl. m. -ghi)
pròfugo 🔊 / ˈprɔfuɡo /
[ vc. dotta, lat. prŏfugu(m), da profŭgere ‘fuggire via’ (propr. ‘fuggire avanti’), comp. di prō ‘avanti’ (V. ) e fŭgere ‘fuggire’ ☼ sec. XIV ]
agg. e s. m. (f. -a; pl. m. -ghi)
❖ che (o chi) è costretto ad allontanarsi dalla propria patria e a cercare rifugio altrove: Enea, profugo da Troia; profugo politico, religioso
Cfr. esule, fuoriuscito, rifugiato
Cfr. esule, fuoriuscito, rifugiato