Secondo volume di novelle composte da Boito tra il 1876 e il 1883. L’autore le definisce «schizzi dal vero»: esse, infatti, descrivono sue sensazioni personali, fisiche e mentali, ma in una chiave fortemente simbolica, in cui prevalgono i binomi sonno-veglia e morte-vita. A conclusione della raccolta è posta la novella più famosa: Senso, storia di una passione con finale drammatico, che si dipana attraverso il procedimento del flashback. La protagonista rivive la relazione col giovane tenente austriaco che l’ha tradita (dopo aver ottenuto da lei il denaro necessario alla diserzione), in un processo di autoanalisi volto a chiarire a sé stessa i motivi del proprio agire e per cancellare, se possibile, gli ossessivi ricordi del passato. La novella fu portata al successo da L. Visconti nella riduzione cinematografica del 1954.

Testo di riferimento: C. Boito, Senso. Nuove storielle vane, a cura di R. Bertazzoli, Milano, Garzanti, 1990.