Composte verso il 1550 dal giuriconsulto vicentino Camillo Scroffa (1526-1575), le 21 liriche (17 sonetti, 2 capitoli in terza rima, una sestina e una quartina) dei Cantici di Fidenzio Glottocrisio ludimagistro furono pubblicate nel 1562. In esse si immagina che il maestro padovano Pietro Fidenzio Giunteo, accademico pedante del tutto alieno dalla realtà, la cui figura richiama il pedante del Marescalco di Aretino, descriva la vita della scuola e canti il suo amore pederastico per un giovane allievo, Camillo. Tra i primi esempi del genere letterario pedantesco, i Cantici presentano, sulle orme dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, una lingua che, pur fondandosi sulla struttura grammaticale e sintattica del volgare, si caratterizza e si deforma per un numero abnorme di latinismi e di termini arcaici e letterari (una lingua che in seguito sarà, appunto, definita fidenziana).

Testo di riferimento: C. Scroffa, Cantici di Fidenzio, a cura di P. Trifone, Roma, Salerno Editrice, 1981.