Gentile Professore,
la mia maestra delle elementari mi aveva insegnato che la “d” eufonica era appropriata prima di qualsiasi vocale; quindi erano corretti “ed anche”, “ad uno di loro” e simili. Vedo che il correttore ortografico del più diffuso programma d’elaborazione testi cassa queste “d”, considera corretta la  “d” eufonica solo se precede vocale uguale a quella cui si appone, come in “ed era”, “ad altri”. Vorrei chiederle se, a questo riguardo, vi sia una norma riconosciuta.
Grazie, Giancarlo.

 

Gentilissimo Giancarlo,

Come è noto la preposizione a e le congiunzioni e e o, sia nello scritto che nel parlatopossono assumere le forme ad, ed, od per ragioni eufoniche: infatti l’assenza dello iato rende più facile la pronuncia, più scorrevole la lettura. Noti però che l’aggiunta della d eufonica non è mai obbligatoria. Come lei stesso nota, l’aggiunta è molto più frequente quando la d viene interposta fra due vocali uguali: ad Anna, ed Emma, od Ottone. Però, anche in questi casi, sono numerosi in letteratura gli esempi in cui lo iato viene mantenuto.

 

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Colui, che mosse Alessandro a attristarsi, fu Anassarco, e ciò provasi dall’autorità di Simplicio (Leopardi)
… scendeva a acquattarsi giù a’ lavatoi tra’ giunchi del fiume (Tommaseo)
Quinci nacquer parole, e errori, a gara; (Alfieri)
Che un prete, qual viene nominato per Francese dal detto Baruello, e era venuto in compagnia del costituto, aveva fatto comparire… (Manzoni)
… e che i cantori guidassero e educassero i popoli (Pascoli)
… prolungar piucché fosse possibile l’utilissimo servizio di sette o otto ducati che mi rimanevano (Nievo)
senza ragione o oltre ragione (D’Annunzio)

Naturalmente è anche frequente in letteratura l’uso della d eufonica interposta fra vocali diverse fra loro:

 

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… alta una nera, ad esplorar gli eventi, / aquila apparve (Pascoli)
… dovette prendere un palco ad insaputa del genitore (Verga)
Guarda / quella finestra dove / vegliava ad ora tarda … (Gozzano)
… l’aspirazione continua ad una esistenza più bella … (De Roberto)
Eran duri ed alpestri; e con l’occaso / Cadean dopo lor cene al sonno in preda (Parini)
… con lo scialle bigio di lana su le spalle ed il berretto gallonato sul naso (Pirandello)
… campi ed ortaglie serbàvano i segni della gràndine umana (Dossi)
… un sentimento di tristezza affettuosa ed umile … (De Amicis)
… trova nel proprio cuore le ragioni di essere mesto od allegro … (Oriani)
I miei sogni, allora, sapevano d’aceto od erano voluttuosi (Tozzi)
Allora io … chiedeva a me stesso s’io fossi impazzato od in senno (Pellico)
… orfani di padre e di madre, senza beni di fortuna, costretti ad andare a scuola per diventare prete od usciere (Deledda)

 

Personalmente tendo a limitare l’uso della d eufonica ai casi in cui essa è posta fra due vocali uguali oppure ad alcune locuzioni quali ad ogni istante, ad esempio, ad ogni modo, varie ed eventuali, salvo errori od omissioni e simili.

 

Con i migliori saluti e auguri,

Il Professore.