Il fiorentino Leon Battista Alberti, architetto e teorico dell’architettura, visse tra il 1404 e il 1472. I libri della famiglia furono da lui scritti dal 1433 al 1441 e, dopo una limitata circolazione negli anni immediatamente successivi a quelli della loro composizione, rimasero praticamente sconosciuti fino al XIX secolo, quando furono messi per la prima volta a stampa. Si tratta di un’opera dialogica in quattro libri, i cui interlocutori, tutti della famiglia fiorentina degli Alberti, prendono l’avvio da una difesa della famiglia stessa di fronte alle persecuzioni politiche subite negli anni a cavallo tra Tre e Quattrocento, per passare a trattare successivamente, e in generale, del ruolo e della conduzione di una famiglia all’interno della società fiorentina. Sul piano linguistico l’opera dell’Alberti, che impiega il volgare nel genere letterario più tipico della letteratura umanistica, dà un grande impulso proprio alla sua ripresa nel momento di maggior espansione del latino.

Testo di riferimento: L. B. Alberti, I libri della famiglia, a cura di R. Romano e A. Tenenti, Torino, Einaudi, 1972 [testo Grayson, Bari, 1960].