avventàre / avvenˈtare/
[lat. parl. *adventāre, comp. di a- (2) e vĕntus ‘vento’ 1313]
A v. tr. (io avvènto)
1 (lett.) Lanciare, scagliare con forza: avventare un sasso contro qlcu. | (est.) Aizzare: avventò il cane contro il ladro.
2 (fig.) Dire inconsideratamente: avventare giudizi azzardati.
B v. intr. (aus. avere)
(raro, lett.) Fare effetto, colpire: Una tale inverosimiglianza avventa (A. Manzoni).
C avventàrsi v. rifl.
Lanciarsi, gettarsi con impeto contro, o addosso a, qlcu. o qlco.: avventarsi armati sul nemico; si avventò al collo del padre.


avventàto / avvenˈtato/
part. pass. di avventare; anche agg.
Fatto, detto e sim. con eccessiva impulsività, senza riflessione: un giudizio avventato | (est.) Di persona che agisce con precipitazione, senza riflettere: un ragazzo avventato.
|| avventataménte, avv. In modo avventato, senza riflessione.
|| avventatèllo, dim.


avventatézza / avventaˈtettsa/
[av. 1698]
s. f.
Caratteristica di chi (o di ciò che) è avventato: agire con avventatezza. SIN. inconsideratezza, sconsideratezza | (est.) Azione, discorso, da persona avventata.