La revisione
La revisione di un testo scritto è più un habitus mentale che una vera e propria tecnica che si mette in atto soltanto alla fine: cinque anni di scuola dovrebbero o avrebbero dovuto insegnare che mentre si elabora e si scrive un testo, contemporaneamente si attiva il processo dell’autocorrezione. Esattamente come fa il correttore automatico di Word durante la digitazione di un testo elettronico.
I brani che componiamo, anche frammentariamente, vengono sottoposti a una rilettura-revisione continua che avviene in background, in sottofondo: in questo modo si evita il rischio di viziare il testo di errori strutturali (andare fuori tema, ad esempio; oppure sbagliare i tempi verbali adoperando ora il presente poi il passato remoto) che alla fine sono più complicati da eliminare una volta composta un’intera colonna di foglio protocollo.
Dunque la revisione dovrà essere costantemente vigile non al termine della prova scritta, bensì durante la stesura. D’accordo. Ma allora che cosa è opportuno rileggere e rivedere durante la prova? Risposta: i contenuti e la forma. E detto così sembra facile: quindi è meglio fare un elenco delle cose da tenere sotto controllo.
La scaletta
Tenere sotto sorveglianza la scaletta significa prestare attenzione affinché tutti gli argomenti che sono stati delineati in maniera sintetica nella mappa dell’elaborato vengano poi adeguatamente trattati nello svolgimento. Ci si potrebbe accorgere, ad esempio, che sono necessarie delle integrazioni in un certo punto del tema; che alcune parti sono sovrapponibili (col rischio di ripetersi) o ridondanti; che mancano delle citazioni o dei riferimenti al materiale documentale.
L’aderenza alla traccia
È questo un criterio importante nella valutazione di un tema. In breve: è severamente vietato andare fuori tema, che è un po’ come per un automobilista di formula uno andare fuori pista. Si può rientrare con qualche manovra particolare, ma ci si può anche arenare nelle secche di una terra di nessuno. E allora il tracciato del discorso è più difficile da riprendere. Se abbiamo l’impressione di divagare troppo e di allontanarci dalla rotta principale, la revisione in itinere consentirà invece di raddrizzare la barra e di recuperare il cosiddetto “tema di fondo”.
Organizzare i paragrafi
Andare a capo significa iniziare un nuovo paragrafo: il capoverso è una cesura forte nella punteggiatura e serve a chiudere un periodo, una macrosequenza, un enunciato particolarmente ampio. Gli argomenti-chiave del tema devono essere evidenziati dalla loro posizione “strategica” all’interno dell’elaborato, ad esempio in un nuovo capoverso con cui si introducono argomentazioni e riflessioni che spostano l’attenzione su elementi nuovi della trattazione, ampliandone la portata, integrando le considerazioni fatte in precedenza, anticipando quelle che verranno subito dopo.
Il registro linguistico
A seconda della tipologia, anche la lingua e lo stile devono essere modulati in modo adeguato. In questo caso è indispensabile il ricorso ai sinonimi, all’uso delle perifrasi, alla consultazione del vocabolario della lingua italiana. Una prosa più informale, per esempio attraverso l’impiego di interrogative dirette da premettere a successive espansioni di testo, potrà risultare molto efficace nel caso dell’articolo di giornale, come in questo caso: “Chi avrebbe mai detto che I Malavoglia furono un fiasco completo al momento della loro pubblicazione? In realtà l’insuccesso del romanzo verghiano fu certamente dovuto all’incomprensione di un pubblico poco abituato a una narrativa che poneva al centro la miseria delle classi subalterne…”.
Alcune regole in pillole
Contenuti e struttura | Interventi da fare |
Ho affrontato tutti gli argomenti della consegna? | Controlla se gli argomenti richiesti sono presenti nello svolgimento del tema e se coincidono con ciò che avevi predisposto nella scaletta. |
Il tema di fondo è riconoscibile? | Il tema dovrebbe presentare e sviluppare un numero limitato di argomenti fondamentali, cioè una tesi centrale e facilmente riconoscibile a una prima lettura. Il tema di fondo va quindi posto all’inizio del corpo centrale del tema (mai in chiusura o nella parte finale) e quindi sviluppato in temi secondari. |
I contenuti sono completi ed espressi in modo specifico? | Verifica se ci sono parti del testo esposte in maniera generica. Eventualmente intervieni facendo esempi concreti e specifici; inserisci dati e informazioni attinenti a casi particolari (un testo letterario, un evento storico, una scoperta scientifica, un fatto di cronaca, ecc.). |
Le parti del tema sono esposte in modo equilibrato? | Verifica se hai suddiviso il tema in 1) introduzione, 2) corpo centrale, 3) conclusioni. Controlla se alcune parti occupano uno spazio eccessivo rispetto alle altre ed eventualmente predisponi una loro riduzione o un accorpamento per ricalibrarne l’assetto complessivo. |
Ho esposto lo stesso argomento più volte nel corso del tema? | Gli argomenti vanno raggruppati e trattati insieme. Si può intervenire spostando una delle due parti che abbiamo ripetuto nel punto in cui essa si ricollega meglio al contesto generale del tema, oppure si può decidere di eliminare quella che rappresenta una semplice ripetizione e che pertanto non apporta ulteriori informazioni. |
Ho utilizzato i documenti della consegna? | Per migliorare questo aspetto è importante fare opportuni richiami all’autore (o agli autori) delle letture che supportano la consegna, sia richiamandoli nel testo (es. “come sostiene il filosofo Benedetto Croce…”), sia citando direttamente e tra virgolette alcune brevi parti dei brani utilizzati. |