Dialogo scritto nel 1585 e pubblicato nel 1586, che contiene un’orazione funebre, e riferisce e discute le critiche che a essa sono state mosse (in particolare la mancanza di un proemio ed il fatto che, pur trattando di argomenti elevati, non sia scritta in latino). Prende il titolo dal nome di uno degli interlocutori, Orazio Ghirlinzone, amico di Tasso.

Testo di riferimento: T. Tasso, Dialoghi, a cura di E. Raimondi, Firenze, Sansoni, 1958.