Guittone del Viva d’Arezzo visse tra il 1235 circa e il 1294. È considerato a ragione il caposcuola di un gruppo di poeti operanti in Toscana nella seconda metà del XIII secolo, che continuarono in Italia l’esperienza poetica siciliana recuperando nello stesso tempo per via diretta temi e forme della poesia provenzale. Guittone, esponente del partito guelfo, abbandonò intorno al 1257-59 la vita politica per entrare nell’ordine dei Cavalieri di Santa Maria, i cosiddetti "frati gaudenti". Questo evento biografico è considerato tradizionalmente anche il discrimine tra il Guittone poeta d’amore e il Guittone poeta morale. Caratteristica della poesia guittoniana è in entrambi i casi la complessa elaborazione retorica e la conseguente tensione e oscurità della lingua. Alla lezione di Guittone guardarono non soltanto i rimatori cosiddetti siculo-toscani, ma anche, nei loro inizi, poeti come Guinizzelli, Cavalcanti e lo stesso Dante, i quali superarono nello Stilnuovo la maniera del loro primo maestro.

Testo di riferimento: Guittone d’Arezzo, Le Rime, a cura di F. Egidi, Bari, Laterza, 1940.