Dopo la fine degli Stooges, Iggy Pop (1947) si dedica alla carriera solista con alterne fortune, anche se sempre con estrema coerenza. Giova la collaborazione con David Bowie e l’ammorbidimento della sua musica, rispetto all’ultimo periodo con gli Stooges. Dopo un calo d’ispirazione e popolarità all’inizio degli anni 80, rinasce di nuovo grazie a Bowie, che aiuta a far conoscere il suo nome interpretando la China Girl dell’Iguana. Da quel momento, Iggy riprende in mano le sorti della carriera solista, che negli anni 2000 alterna al ritorno di fiamma degli Stooges. È ormai un’icona e si può permettere di tutto, anche dischi Jazz e di Cantautorato.

 

Lust For Life
RCA, 1977 – 

La progressione percussiva della title track detta le coordinate del cambiamento: questo lavoro, seppur nuovamente gestito dai sintetizzatori, svela un’indistruttibile scorza Rock. L’altra faccia di The Idiot è scintillante, per certi versi più spontanea, e fa riaffiorare alla memoria il furore degli Stooges racchiusi in Raw Power, l’album dell’addio. Iggy Pop si mette a scaricare tutta l’adrenalina in pezzi come Sixteen, Some Weird Sin e Neighbourhood Threat, mentre con The Passenger s’infila con maestria nel cuore proibito della notte. Ma il vero miracolo (sempre sotto l’ala protettiva di Bowie) lo compie con il Blues sincopato e assassino di Turn Blue.

 

Canzone: The Passenger

Get into the car
We’ll be the passenger
We’ll ride through the city tonight
See the city’s ripped insides
We’ll see the bright and hollow sky
We’ll see the stars that shine so bright
The sky was made for us tonight

 

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