La parola di oggi è: ozio / otium

o–zio
òzio 🔊 / ˈɔttsjo /
[ vc. dotta, lat. ōtiu(m) (V.) av. 1294 ]

s. m. (pl. òzi o òzii)
1

❖ inattività, inoperosità conseguente a indolenza o a un impedimento: poltrire, giacere nell’ozio;  chi nel diletto de la carne involto / s’affaticava e chi si dava a l’ozio (Dante Par. XI, 8-9); la malattia lo ha costretto a un ozio forzato

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in ozio, senza far nulla

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ozi di Capua, fig. ozioso e lungo indugio, spec. fra agi e mollezze (con riferimento al periodo di inattività che l’esercito di Annibale trascorse a Capua dal 216 al 215 a.C. in attesa di rinforzi da Cartagine, perdendo così il momento favorevole per marciare su Roma)


Prov. l’ozio è il padre dei vizi Sin. poltroneria Cfr. otium

2

❖ lett. tempo libero, periodo di riposo dalle attività quotidiane: gli ozi estivi; godere un po’ d’ozio

Sfumature:
ozio – oziosità
Ozio è l’inattività abituale di chi è pigro, indolente e svogliato, mentre oziosità è la caratteristica di chi per natura ama l’ozio. Sfumature: inerzia, pigrizia, poltroneria



o–tium
òtium lat. 🔊 / ˈɔttsjum /
[ vc. lat. di etim. incerta  1852 ]

s. m. inv. (pl. lat. otia)
❖ presso gli antichi Romani, tempo libero dal lavoro e dalle occupazioni quotidiane, dedicato spec. alla riflessione, allo studio, alla lettura
Cfr. ozio, negotium