La parola di oggi è: nostalgia

no–stal–gi–a
nostalgı̀a 🔊 / nostalˈdʒia /
[ comp. del gr. nóstos ‘ritorno’ e -algia: propr. ‘dolore per il ritorno’  1751 ]
Definizione d’autore

s. f. (pl. -gìe)
❖ desiderio intenso e doloroso di persone, cose, luoghi a cui si vorrebbe tornare, di situazioni già trascorse che si vorrebbero rivivere e sim. (+ di, + per): soffrire di nostalgia; avere la nostalgia di qlcu.; sentire nostalgia del proprio paese; nostalgia per il cinema in bianco e nero, per il buon tempo antico; ricordare qlcu., qlco. con nostalgia
Definizione d’autore:
Mio padre, siciliano, ha vissuto più di cinquant’anni in Svizzera, ogni anno dicendo di voler tornare, l’anno dopo, al suo paese. La nostalgia è un turbamento, talvolta molto grave, dell’immaginazione, una vera e propria malattia, non è lo spleen romantico, non è l’inutile rimpianto di un passato perduto: è il dolore provocato da una separazione irrimediabile, fisica, sentimentale, cognitiva. Si può avere nostalgia anche di un luogo desiderato e mai visto. È l’incapacità di adattarsi in una società in cui invece bisognerebbe per forza integrarsi. Che si tratti di una malattia (forse della malattia) del nostro tempo – tempo di immigrazioni, di mutamenti repentini e dunque di spaesamenti ontologici – è fuori discussione.
Paolo Di Stefano