de gregori
Enzo Gentile e Francesco De Gregori

Prime esibizioni al Folkstudio di Roma insieme a Giorgio Lo Cascio, Antonello Venditti e Ernesto Bassignano. Dopo l’esordio del disco diviso con Venditti, a metà dei 70 Francesco De Gregori (1951) partecipa alla scrittura di alcune canzoni di Volume 8 di Fabrizio De André. Tra le collaborazioni che segnano la carriera, quelle con Lucio Dalla e Giovanna Marini. È l’ospite di riguardo nell’album Vola vola (Parco della musica, 2012), di Ambrogio Sparagna, ricco di strumenti come zampogna, ghironda, ciaramella, viola, violino, tromba, scacciapensieri, percussioni e organetto.

 

Rimmel
RCA, 1975 – ★★★

Ritenuto, probabilmente a ragione, l’album del “perfetto cantautore” tanto per la felice vena musicale quanto per l’alto contenuto poetico dei testi, si ricorda anche per l’eccezionale qualità tecnica dell’incisione, cosa davvero rara in quel periodo storico nella musica italiana. Attraverso quelli che sono tutti dei classici, come Buonanotte fiorellino, la cui melodia è ripresa dal brano di Bob Dylan Winterlude, Pablo, scritta in coppia con Lucio Dalla, Le storie di ieri, Rimmel e Il Signor Hood, il disco candida senza inibizione De Gregori a “principe” del Cantautorato italiano più intelligente e sofisticato degli anni 70.

 

Canzone: Pablo

Mio padre seppellito un anno fa,
nessuno più coltivare la vite.
Verde rame sulle sue poche, poche unghie
e troppi figli da cullare.
E il treno io l’ho preso e ho fatto bene.
Spago sulla mia valigia non ce n’era,
solo un po’ d’amore la teneva insieme,
solo un po’ di rancore la teneva insieme.
Il collega spagnolo non sente, non vede, ma parla
del suo gallo da battaglia e della latteria.
Diventa terra.
Prima parlava strano e io non lo capivo,
però il pane con lui lo dividevo
e il padrone non sembrava poi cattivo.

Hanno pagato Pablo, Pablo è vivo.