Simbolo di un’esistenza conclusa tragicamente, e di una profonda immedesimazione tra vita e arte, Janis Joplin (1943-1970) imprime un segno indelebile nella storia del Rock, nonostante i pochi anni di attività, fino alla morte per overdose il 4 ottobre 1970 nella sua stanza d’hotel a Hollywood. Emersa sulla scena di San Francisco, nel pieno della rivoluzione hippie-psichedelica, ha lasciato alcune interpretazioni indimenticate. Rispetto ad altri colleghi scomparsi repentinamente, è modesta la sua discografia postuma.

 

I Got Dem Ol’ Kozmic Blues Again Mama
Columbia, 1969 – ★★★★

Un lavoro di alto profilo, che giunge dopo due dischi dalle fila di Big Brother and The Holding Co.: ora ad accompagnarla c’è la Kozmic Blues Band, ma è sempre lei a fare la differenza. Insofferente alla vita collettiva, bisognosa di esprimersi fuori dai canoni del gruppo, Janis sperimenta in proprio. Fisico minato dagli abusi di alcol e droghe pesanti, ma la qualità artistica pare eccellente: le sue corde vocali esplodono in un R&B acido e ribelle, che sconvolge ogni regola. Da Try alla To Love Somebody dei Bee Gees è un gran viaggio.

 

Canzone: Kozmic Blues

Time keeps moving on,
Friends they turn away,
Well, I keep moving on
But I never found out why
I keep pushing so hard a dream,
I keep trying to make it right
Through another lonely day

Whoa don’t discover it lasts
Twenty-five years, uh honey just one night, oh yeah
Well I’m twenty-five years older now
So I know it can’t be right
And I’m no better baby and I can’t help you no more
Than I did when just a girl

 

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