Il migliore degli outlaws, una leggenda del Country quello doc, poche nostalgie e sdilinquimenti, tanti treni, prigioni, contadini, sudore e strade, strade polverose. Da quando si presenta al cospetto di Sam Phillips, nella piccola caverna miracolosa della Sun Records di Memphis, dove più di un filone d’oro verrà estratto, Johnny Cash non smette di raccontare le sue semplici storie di tutti i giorni. Nasce nel 1932 in Arkansas con sangue Cherokee nelle vene, figlio di un povero raccoglitore di cotone, Ray Cash, e di Carrie. La famiglia nel giro di pochi anni cresce fino ad avere 7 figli. La domenica John va a messa con la madre: è proprio lì che avviene il suo primo approccio con la musica. Nel ’44, suo fratello Jack, il preferito dal padre, resta ucciso in un incidente di lavoro. La disgrazia ha un effetto devastante su John che, per tutta la vita, soffrirà di sensi di colpa. Nel ’50 trova lavoro in una fabbrica di margarina, dove pulisce i pavimenti e i bagni della ditta. Ma a luglio va sotto le armi nell’Air Force. Proprio durante il servizio militare, nel periodo trascorso in Germania, compra la sua prima chitarra e impara a suonarla da autodidatta. Nel ’54, appena congedato torna a casa, sposa Vivian Liberto e con lei si trasferisce a Memphis: qui diventa venditore di apparecchi elettrici. Incontra il chitarrista Luther Perkins e il bassista Marshall Grant coi quali comincia a suonare gratis in una stazione radio locale. Il trio, che si chiama Johnny Cash and The Tennessee Two, ottiene un’audizione alla Sun Records di Sam Phillips. La Sun dopo Elvis, passato alla RCA dalla fine del ’55, ha bisogno di nuova linfa e l’ombroso baritono dell’Arkansas capita al momento giusto. Il provino è un successo, firma il contratto e la notte stessa incide il suo primo singolo: Cry, Cry, Cry / Hey Porter. Il disco vende 100.000 copie solo nella regione. Il successo si ripete a dicembre con Folsom Prison Blues, ma è con I Walk The Line, nel ’56, che raggiunge il traguardo del milione di copie. La formula è scarna: basso, chitarra, batteria e la sua inconfondibile voce che riempie e scalda tutto lo spazio vuoto lasciato dall’accompagnamento. Dopo aver ottenuto alcuni riconoscimenti ufficiali come cantante dell’anno, nel ’58 lascia la Sun per passare alla Columbia. Con la nuova etichetta torna in classifica grazie a What Do I Care e successivamente con I Got Stripes e Tennessee Flat-Top Box. È il Johnny Cash Show, un carrozzone che lo porta in giro per tutti gli Stati Uniti, con cui si presenta in scena per circa 300 spettacoli all’anno, a costringerlo verso l’uso delle anfetamine e a entrare in un tunnel dal quale per parecchi anni gli sarà impossibile uscire. Ci riuscirà con l’affetto e l’aiuto di una nuova moglie, June Carter, che scrive per lui Ring of Fire, la più grande hit di Cash. Nel ’64, si esibisce accanto a Bob Dylan al Newport Folk Festival e subito dopo incide Bitter Tears, un album molto crudo che denuncia i maltrattamenti subiti dagli Indiani d’America. L’anno seguente viene arrestato a El Paso per introduzione illegale di centinaia di pillole di Dexedrina ed Equanil e viene condannato al pagamento di 1000 dollari e a 30 giorni di carcere, ma fruisce della condizionale. Viene messo in carcere l’anno dopo, però, per aver raccolto freneticamente alle due di notte dei fiori nel campo di una proprietà privata. Ancora in balia delle droghe, dopo un concerto a Toronto, viene salvato in extremis da un collasso per overdose. Alla fine di una lunghissima vertenza divorzia dalla prima moglie Vivian e, finalmente, sposa June Carter. Dopo aver toccato il fondo, a un certo punto pesa solo 63 chili, la sua salute migliora grazie alle cure del dottor Nat Winston (un benemerito) che lo rimette in sesto completamente.  Il ’68 è l’anno della rinascita: incide dal vivo nel carcere di Folsom, davanti ai carcerati osannanti, un album storico che diventa il suo primo disco d’oro, At Folsom Prison, che fa il paio con una seconda storica performance dal vivo a San Quentin. Mette in piedi il Johnny Cash Show in TV e incide in coppia con Bob Dylan la stupenda Lay Lady Lay, nell’album Nashville Skyline. L’esperienza con Mr. Zimmerman ha un seguito con l’incisione di 20 canzoni presenti nel bootleg Big River-The Nashville Sessions. Nel ’75 esce la sua autobiografia, ‘Man In Black’, che diventa un best seller da 1.300.000 copie. Negli anni 80 la sua musica non è più ai livelli a cui ha abituato il suo pubblico e allora mette insieme i vecchi amici e fonda gli Highwaymen con Willie Nelson, Waylong Jennings e Kris Kristofferson. Dopo un’operazione al cuore e l’ingresso nella Rock And Roll Hall Of Fame, nel ’94 risorge: il grande produttore Rick Rubin gli offre un contratto con la sua American Records, incide l’album American Recordings che lo riporta ai vertici internazionali. Un nuovo miracolo con un mix di brani suoi e alcune ottime cover prese dagli amici di sempre: Nick Lowe (The Beast In Me), Kris Kristofferson (Why Me Lord), Leonard Cohen (Bird On A Wire), Tom Waits (Down There By The Train). Solo voce e chitarra: il minimo e il massimo per questa voce e questa chitarra. Nel ’96, vince un Grammy per il miglior album dell’anno, Unchained. Colpito da una forma virale simile al morbo di Parkinson, malato, nel ’99 appare in collegamento con un concerto a lui tributato assieme a Bono, Bruce Springsteen e Bob Dylan. Nel 2002 pubblica l’ultimo album American IV: The Man Comes Around. Memorabili restano alcune cover di questo periodo, tra le quali spicca Hurt dei Nine Inch Nails, accompagnata da un toccante video in cui compare, ormai vecchio e stanco, ancora e sempre a fianco dell’amatissima June che, purtroppo, muore nel 2003. Johnny la segue a distanza di un mese, all’età di 71 anni, incapace di vivere senza di lei. Nello stesso anno viene pubblicato l’imperdibile cofanetto Unearthed che contiene 5 CD e un libretto che racconta le storie di tutte le canzoni presenti. Il mito di Cash, tuttavia, non accenna a spegnersi. Esce un film a lui dedicato, ‘Walk The Line’, che fa incetta di premi, grazie anche alle interpretazioni eccellenti dei protagonisti: Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon. Nel 2007, l’adorata dimora storica di Johnny Cash a Nashville viene distrutta da un incendio. Non accenna a spegnersi, invece, il mito del “Man In Black”. I box della Bear offrono un panorama più che esauriente dei suoi primi anni.

 

Unearthed
American, 2003 – 5 CD – 

 

Canzone: Hurt

I hurt myself today
To see if I still feel
I focus on the pain
The only thing that’s real

The needle tears a hole
The old familiar sting
Try to kill it all away
But I remember everything

What have I become
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end

 

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