Lunga storia da record quella dei Nomadi: nessun gruppo italiano – e pochi pure nel mondo – ha una carriera così ampia alle spalle, da cui le tante vicissitudini e i cambiamenti di formazione che hanno dato corso a varie fasi musicali. Il primo nucleo, formatosi nei dintorni di Modena attorno al 1963, vede in prima linea il cantante Augusto Daolio (1947-1992) e il tastierista Beppe Carletti (1946). Nei locali della riviera romagnola interpretano canzoni degli Animals, dei Moody Blues e dei Kinks. Non si sottraggono all’usanza di rifare in italiano i successi stranieri, ma scoprono nel giovane Guccini il loro autore e partner più congeniale. Dopo la scomparsa di Augusto, per reazione Carletti rafforza l’impegno verso attività umanitarie collaterali, arrivando a raccogliere fondi durante i concerti per destinarli alla costruzione di scuole e altre iniziative di solidarietà in molte parti del mondo, cominciando dal Cile nel 1993 fino al Madagascar nel 2011. Nel 1998 ha inizio l’attività dell’etichetta Segnali caotici con alcune produzioni di World Music promosse dai Nomadi. L’altra metà dell’anima (Artist First, 2011) è il primo album – strumentale – da solista di Beppe Carletti. Danilo Sacco (1965), cantante dei Nomadi dopo Augusto, nel gennaio 2012 lascia il gruppo per dedicarsi alla carriera solista con la pubblicazione di Un altro me (2012). Lo sostituisce Cristiano Turato, già presente al concerto di Bologna a favore dei terremotati dell’Emilia organizzato da Beppe Carletti nel giugno 2012. Ogni anno in febbraio, a Novellara si tiene un raduno di fan, in memoria di Daolio, il Tributo ad Augusto. Nel giugno 2013 festeggiano a Cesenatico il mezzo secolo dalla fondazione, con una densa tre giorni di concerti, mostre, incontri.

 

Gente come noi
CGD, 1991 – ★★★★

Piace al primo ascolto, non per eccessiva orecchiabilità, quanto per una naturale scioltezza, frutto di una raggiunta coesione con i nuovi arrivati. Non c’è una canzone sottotono. Gli Aironi Neri attacca con una chitarra stile anni 60. I venditori di morte vengono messi all’indice (Serpente piumato), come anche gli assassini di Chico Mendez, ucciso perché si batteva per salvare la foresta amazzonica (Ricordati di Chico). Un omaggio all’estro naif del pittore Ligabue con la dialettale Dammi un bacio, la festa di tastiere nella trascinante C’è un re, un piacevole tuffo metaforico nel mondo delle fiabe. E poi Salutami le stelle, una melodia popolare dalle liriche toccanti. A sfondo politico Uno come noi e Ma noi no!, l’appassionata dichiarazione d’amore per la vita (Ma che film la vita), i ricordi (Colpa della luna), l’impossibilità di stare fermi (Cammina cammina).

 

Canzone: C’è un re

C’è un re che dorme rapito dalle rose, 
non si sveglia nemmeno quando madri silenziose 
unite nel dolore a giovani spose, 
gli mostrano un anello con inciso sopra un nome. 

C’è un re, c’è un re, 
che non scende dal trono, 
c’è un re, c’è un re 
che non fa nessun dono.