Con il titolo originario I poeti, il Goldoni scrisse questa commedia per ironizzare sugli improvvisatori e sul furore poetico che sembrava caratterizzare il suo secolo, così come nel dramma giocoso L’Arcadia in Brenta dell’anno precedente si era preso gioco dell’Arcadia e delle Accademie. Giudicata dallo stesso autore come una delle sue commedie più deboli, incontrò maggiore o minore favore di pubblico a seconda delle città in cui venne recitata.

Testo di riferimento: Tutte le opere di C. Goldoni, a cura di G. Ortolani, III, Milano, Mondadori, 1940.