La Zobeide fu rappresentata per la prima volta nel novembre del 1763. L’autore la definì una tragedia fiabesca, a indicare il misto di ingredienti propri del genere fiabesco (magia, incantesimi, metamorfosi) ed elementi da tragedia (la contrapposizione del tiranno al buon sovrano, le punizioni atroci ecc.). Il tutto ambientato in un Oriente favoloso, dove c’è posto anche per le tradizionali maschere gozziane (Pantaleone, Truffaldino, Tartaglia e Brighella). Zobeide è il nome di una fanciulla, figlia del re d’Ormus, andata in sposa a un re malvagio ed esperto di arti magiche, la quale riesce con l’aiuto di un vecchio sacerdote a liberare sé stessa e il mondo dalle pratiche scellerate del marito.

Testo di riferimento: C. Gozzi, Opere. Teatro e polemiche, a cura di G. Petronio, Milano, Rizzoli, 1962.