Composto nel settembre del 1863, fu pubblicato con lo pseudonimo di Enotrio Romano la prima volta nel 1865 e poi altre volte fino all’edizione definitiva del 1881. Il componimento riflette la svolta intellettuale del poeta, seguìta alle letture degli storici francesi della Rivoluzione e dei grandi autori tedeschi (Goethe, Schiller, Heine). Le gioie della vita, i piaceri dell’amore e della mensa, l’ispirazione poetica, figure come Savonarola e Lutero, tutto è riconducibile a Satana, generico principio in cui materia e spirito, ragione e sentimento si uniscono. Alla pubblicazione dell’Inno seguì un’accesa polemica, a cui Carducci replicò che il suo non era un attacco al cristianesimo, ma alla Chiesa come entità storica, avida di potere, nemica del progresso sociale e del libero pensiero.

Testo di riferimento: G. Carducci, Tutte le poesie, a cura di C. Del Grande, Milano, Bietti, 1967 [testo Edizione Nazionale, Bologna, 1935-40].