Tra gli scrittori scapigliati Tarchetti è forse colui che mostra la gamma più larga di interessi, essendosi provato, pur nell’arco brevissimo della sua vita, nella prosa e nella poesia, e nella prosa tanto nella prosa morale quanto nel romanzo e nel racconto. Nell’opera narrativa Tarchetti tocca i temi tipici della letteratura scapigliata. I Racconti fantastici, che videro la luce postumi nel 1869 (a qualche mese di distanza dalla morte dell’autore) costituiscono uno degli esempi più originali di intreccio fra motivi autobiografici e invenzione romanzesca, di combinazione fra realtà e fantasia. La lezione di Hoffmann e Poe indirizzano l’attenzione dell’autore verso la sperimentalità del racconto piuttosto che verso quella del linguaggio, come prevalentemente avviene negli altri scrittori scapigliati.

Testo di riferimento: I. U. Tarchetti, Racconti fantastici, a cura di G. Finzi, Milano, Bompiani, 1993.