Della biografia di Lapo Gianni, rimatore della stessa generazione di Dante, non si conosce nulla di certo. La sua maniera di far poesia è ispirata formalmente da quella di Cavalcanti e di Dante, ai quali, a giudicare dal sonetto dantesco Guido, io vorrei che tu Lapo ed io, è anche legato da solida amicizia. Manca naturalmente a Lapo la robustezza concettuale dei suoi due grandi amici; i suoi pregi consistono soprattutto nella capacità di modulare con grazia e leggerezza il verso.

Testo di riferimento: Poeti del Dolce stil nuovo, a cura di M. Marti, Firenze, Le Monnier, 1969.