Alla proposta di Agostino Depretis di bonificare Napoli sventrandone i quartieri più poveri, risponde nel 1884 Matilde Serao, giornalista e scrittice napoletana, allora ventottenne, pubblicando sul «Capitan Fracassa» un’inchiesta a puntate sulla città sotto il titolo Il ventre di Napoli (riecheggiamento di Le ventre de Paris, il celebre romanzo di Zola sulla dura realtà popolare parigina). Il lavoro della Serao (pubblicato in volume già nel 1884) si colloca a metà via tra il pamphlet politico e la ricostruzione letteraria di tipo naturalistico. Rapidissimi quadri d’ambiente, straordinariamente incisivi, riescono a disegnare il profilo più autentico della città, a ritrarre i colori, gli odori, i sapori, ma anche i riti, il dolore, la pietà della gente. Autentico capolavoro di scrittura giornalistica, l’inchiesta evita sia il rischio della partecipazione eccessiva (che avrebbe potuto indurre una napoletanità di maniera) sia la freddezza dell’osservatore imparziale.

Testo di riferimento: M. Serao, Il ventre di Napoli, a cura di Q. Marini, Pisa, Edizioni ETS, 1995.