L’opera, pubblicata nel 1525, è costituita da un dialogo in tre libri, ambientato a Venezia nel 1502. In essa l’autore afferma la superiorità del fiorentino di Petrarca e Boccaccio sugli altri volgari italiani, perché le qualità di quella lingua sono tali da farne un modello assoluto, stabile e duraturo. Infatti ne sono caratteristiche essenziali la gravità e la piacevolezza, che, secondo i princìpi della cultura rinascimentale, differenziano la lingua letteraria da quella popolare e domestica. Nel terzo libro Bembo elabora, attraverso un’analisi tecnica e retorica sottile e rigorosa, una vera e propria grammatica della lingua italiana. Opera capitale del classicismo volgare rinascimentale, eserciterà un’influenza decisiva sulla lingua letteraria italiana.

Testo di riferimento: P. Bembo, Prose e rime di Pietro Bembo, a cura di C. Dionisotti, Torino, UTET, 1966.