I problemi posti dai revisori della Gerusalemme liberata, concernenti la rispondenza del poema alle regole aristoteliche e la sua conformità alla severa morale controriformistica, indussero Tasso a effettuare una completa riscrittura del poema. Il risultato fu la Gerusalemme conquistata, un poema in 24 canti (come l’Iliade di Omero) dalla fisionomia molto diversa dalla precedente Liberata. Esso vide la luce a Roma nel 1593 con dedica al card. Cinzio Aldobrandini. L’accento sui temi eroici e celebrativi e l’apologia della religione cristiana fecero sì che fossero relegati in secondo piano gli episodi amorosi, mentre la preoccupazione per la rigida compattezza strutturale contribuiva a far eliminare qualsiasi divagazione narrativa.

Testo di riferimento: T. Tasso, Gerusalemme conquistata, a cura di L. Bonfigli, Bari, Laterza, 1934.