Dogman
Dogman
It. 2018
GENERE: Drammatico • DURATA: 100′ • VISIONE CONSIGLIATA: sconsigliabile ai minori
CRITICA: 4 PUBBLICO: 3
REGIA: Matteo Garrone
ATTORI: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, Francesco Acquaroli
Nel 1988 la cronaca nera sconvolse gli italiani con un agghiacciante episodio di cui si parlò a lungo: colui che fu poi chiamato “il canaro della Magliana” avrebbe torturato lungamente e poi ucciso nel modo più trucido un “amico”, un individuo prepotente e violento che aveva ammirato per anni e dal quale aveva subito ogni tipo di angherie, umiliazioni e tradimenti. Garrone si ispira a questa vicenda molto liberamente e se ne allontana per raccontare con immensa pietas la parabola di un piccolo, squallido uomo grigio, tremendamente umano. In un’agghiacciante periferia degradata e post-apocalittica (il Villaggio Coppola di Castel Volturno, costruito negli anni ’70 per le truppe della NATO e successivamente abbandonato), splendidamente fotografata da Nicolaj Bruel, Marcello cura i cani che ama teneramente. Talvolta si prende dei momenti di oblio dalle brutture del mondo facendo immersioni con la figlioletta, loro due soli, lontani da tutto e da tutti. Spaccia un po’ di cocaina, ma lo fa soprattutto per compiacere Simoncino, un ex pugile, più gorilla che uomo, un bruto violento e prepotente che terrorizza il quartiere e abusa della bontà un po’ debole, un po’ spaventata e un po’ ammirata che Marcello prova per lui. Per amicizia finisce in prigione, e quando ne esce chiede solo un riconoscimento. Marcello non vuole tanto i soldi che gli spettano, quanto che Simone gli riconosca quel che ha fatto. Garrone prende le distanze dai dettagli agghiaccianti dei fatti veri, e dipinge con amore ed emotività un ritratto dolente e angosciante di un piccolo essere umano come tanti, “mite anche se costretto a vivere in un mondo dove la sopraffazione e la forza sembrano sempre vincere” (P. Mereghetti). Non è un film sulla vendetta bensì un’accorata riflessione sulle desolazioni, sui derelitti, senza giudizi politici, senza cinismo, con grande, immensa umanità. Straziante interpretazione di Fonte, giustamente premiato come Migliore Interprete a Cannes 2018. 9 David di Donatello e 8 Nastri d’argento.