Parole da salvare: una missione didattica
Alcune parole sono insostituibili: non abbandoniamole
In un contesto linguistico dove parole nuove, o neologismi, catturano l’interesse e attirano maggiormente l’attenzione, Zanichelli con il progetto #paroledasalvare si pone l’obiettivo non solo di far conoscere una parte meno nota del patrimonio lessicale italiano, ma anche di invitare al suo utilizzo, per ritrovare il gusto di prediligere parole meno consuete arricchendo di sfumature il proprio modo di comunicare. La capacità di scegliere esattamente il termine più giusto, più calzante per quello che si vuole dire, aiuta a esprimersi nella maniera più chiara ed efficace possibile. Anche i sinonimi non sempre esprimono esattamente lo stesso concetto, non è quasi mai vero che una parola vale l’altra.
In molti casi poi le #paroledasalvare si rivelano insostituibili: per farne a meno si è costretti a usare al loro posto spiegazioni più o meno lunghe e articolate, ma anche molto meno icastiche, cioè meno espressive, meno vivide, meno precise.
Il lessico è l’insieme delle parole usate da una comunità di parlanti. La parola, facoltà ed espressione peculiare dell’essere umano (che rimanda alla ricchezza originale, al pecus “bestiame”), è uno strumento essenziale di comunicazione ed è in stretta relazione con l’attività del pensare, cioè di riflettere sul rapporto con sé stessi, con gli altri e con la realtà in genere.
L’impoverimento del lessico comporta spesso un impoverimento del pensiero, del ragionamento e della capacità di comunicare, quindi di essere in relazione con l’altro. Ampliare il proprio lessico non significa pavoneggiarsi o peggio assumere toni snobistici, ma significa arricchire gli strumenti a disposizione per sviluppare la propria personalità e migliorare la propria capacità di comprensione.
L’iniziativa di Zanichelli ha anche una valenza didattica: il riferimento all’etimologia di queste parole costituisce spesso uno spunto ricco e produttivo. Il progetto #paroledasalvare coinvolgerà anche alcune scuole delle città in cui il tour farà tappa.
La soddisfazione di un vocabolario più ricco
Invece di affermare che qualcuno ci vuole “ingannare” o “prendere in giro”, possiamo usare abbindolare (che rinvia al “bindolo”, all’arcolaio che girava per dipanare una matassa trasformandola in gomitolo), circuire (che rinvia a sua volta a una circolarità, a un “andare intorno”) oppure irretire (che rimanda invece a un a un “prendere nella rete” e che contiene anche il significato di “sedurre”, cioè di condurre a sé).
Un atteggiamento può essere definito ondìvago, che in letteratura significa propriamente “che vaga sulle onde”, e oggi è usato espressivamente anche nel linguaggio non letterario col significato di “incerto” o “indeciso”, “tentennante”.
Altri esempi di parole da salvare sono recalcitrare (originariamente “indietreggiare tirando calci”, detto per esempio di cavalli o muli, e più in generale “rifiutarsi, fare resistenza a una proposta o altro”), pusillanime (dall’animo piccolo, meschino), adombrarsi (spaventarsi davanti a un’ombra, nel caso di un cavallo, ma più in generale “turbarsi, rabbuiarsi, incupirsi”) o ancora sciatto, che significa trascurato, non accurato, da un latino exactus (ex aptus) cioè non adatto, non conveniente, approssimativo – per esempio in prosa sciatta, linguaggio sciatto.
La soddisfazione di usare la parola “più giusta”
Ecco alcuni esempi di frasi in cui una sola parola contribuisce a veicolare in maniera chiara e non fraintendibile un concetto.
“Ero al parco quando venni assalita da un cane piccolo, tozzo e ringhioso” > “Ero al parco quando venni assalita da un botolo”
“Quelle nuvole precedono e annunciano una tempesta” > “Quelle nuvole sono foriere di tempesta”
“Narrano che quel santone fosse in grado di sollevarsi in aria fisicamente, contro le leggi della gravità” > “Narrano che quel santone fosse in grado di levitare”
“Elisa mi sembra una giovane donna attraente e sensuale” > “Elisa mi sembra una nàiade”
“Vegetariano o vegano? No, mangio di tutto” > “Vegetariano o vegano? No, sono onnivoro”
“Tende a indulgere in atti di ossequio eccessivamente cerimoniosi e adulatori” > “Tende a indulgere in salamelecchi”
“Osservate la bellezza dei sottili getti d’acqua che sgorgano con impeto di quella fontana” > “Osservate la bellezza degli zampilli di quella fontana”