Green Book
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USA • 2018
GENERE: Commedia • DURATA: 130′ • VISIONE CONSIGLIATA: Adatto ai minori in compagnia di un genitore o di un adulto
CRITICA: ***
REGIA: Peter Farrelly;
ATTORI: Viggo Mortensen; Mahershala Ali; Linda Cardellini; Sebastian Maniscalco; Dimiter D. Marinov;
1962, nell’America dei Kennedy, Tony Vallelonga, detto Tony Lip, perde il suo lavoro di buttafuori al Copacabana ed è assunto come autista per la tournée nel profondo Sud del dr. Shirley, geniale pianista afroamericano. Tra i due uomini profondamente diversi – Tony è un ignorante italoamericano colluso con mafia e crimine organizzato, razzista più per abitudine che per scelta, chiacchierone e mangione; il dr. Shirley è un uomo raffinato, elegante, colto, introverso, virtuoso della musica classica che ha cominciato a suonare a 3 anni, acclamato protagonista di un trio richiesto in tutti gli USA, – lungo un viaggio difficile, attraverso Stati del Sud dove vige ancora un razzismo ottuso e violento, si instaura un legame che cresce con il passare dei giorni e che sfocia in una amicizia che durerà fino alla morte di Shirley nel 2013. Ispirata a fatti veri, raccontati dal figlio di Tony, Nick (sceneggiatore e produttore con il regista e con Brian Currie) è una commedia on the road amara, traboccante buone intenzioni e buoni sentimenti e politicamente corretta: il tema principale è l’amicizia, ma non secondario è anche il razzismo, raccontato a parole e visto nei fatti che i due protagonisti devono affrontare e subire ogni giorno in città dove, nel 1956, Nat King Cole fu trascinato giù dal palco su cui doveva esibirsi e picchiato selvaggiamente. È un film di attori: bravissimi i 2 protagonisti, ma anche i comprimari e perfino i minori. Bene ambientazione e costumi. Punta in alto la scena nel bar di neri dove Shirley improvvisa al pianoforte. Punta in basso il Natale in famiglia nel finale.