Il film di oggi è: Donne senza uomini / Il sapore della ciliegia

Il Morandini consiglia:

Donne senza uominiZanan-e bedun-e mardanGerm.Austr.Fr. 2009GENERE: Dramm. DURATA: 95′ FOTOGRAFIA: Col./BN VISIONE CONSIGLIATA: TCRITICA: 3 PUBBLICO: 3REGIA: Shirin NeshatATTORI: Arita Shahrzad, Pegah Ferydoni, Shabnam Toloui, Orsi Tóth
Costoso, ambizioso e complesso, è l’esordio nella regia della Neshat, fotografa e videoartista di fama internazionale, premiata alla Biennale d’Arte di Venezia 1999. L’ha scritto con Shoja Azarei, dall’omonimo romanzo (1990) di Shahrnush Parsipur, e girato a Casablanca. Ha sullo sfondo il colpo di stato dell’agosto 1953, organizzato dalla CIA su mandato di Churchill e Eisenhower. Leone d’argento per la regia a Venezia 2009, è un film sulla libertà femminile. 4 donne (5 nel romanzo) si ritrovano nel giardino di una villa nei pressi di Teheran, comprata dalla ricca 50enne Fahkri, malmaritata con un generale. È parzialmente riuscita la fusione tra verismo (bianco/nero-ocra) e realismo magico/onirico (a colori saturi), ma due temi sono suggeriti con forza: il giardino che nella cultura persiana è metafora di esilio, rifugio, oasi e il fatto che, come la Neshat aveva già detto come fotografa, non può esserci in Iran libertà femminile senza separazione. Musica: R. Sakamoto. Non è stato visto in Iran dove negli anni ’90 il romanzo era stato messo al bando (con l’arresto della scrittrice che ora vive in USA). BIM distribuisce.
AUTORE LETTERARIO: Shahrnush Parsipur

Il Morandini consiglia:

Il sapore della ciliegiaTa’m e guilassIran 1997GENERE: Dramm. DURATA: 95′ VISIONE CONSIGLIATA: TCRITICA: 4 PUBBLICO: 2REGIA: Abbas KiarostamiATTORI: Homayoun Ershadi, Safari-Ali Moradi, Seyyed-Hossein Noori, Abdol-Hossein Bagheri, Afshin Khorshid Bakhtar
Un uomo ha deciso di darsi la morte e cerca qualcuno che, dietro compenso, gli dia una mano. Due giovani, un soldato curdo e un seminarista afghano, rifiutano la sua proposta. Un anziano contadino di origine turca cerca di dissuaderlo, ma l’accetta. Finale in sospeso, con una sorta di “postscriptum” metacinematografico che, come in altri film di A. Kiarostami, sottolinea la finzione del racconto. Sembra un film monocorde e cupo e forse lo è. Ma che leggerezza, che trasparenza, che intensità. Semplice come il sapore della ciliegia. Per chi sappia ascoltarlo questo film sul suicidio ispira una serenità disperatamente laica. Palma d’oro ex aequo al Festival di Cannes 1997.